domenica 23 gennaio 2011

Il popolo italiano allo specchio

Il popolo italiano ha eletto Berlusconi, quindi lui ha diritto di governare.
Questo il pensiero del Ministro Alfano riportato nell'edizione odierna del TG 7 alle 13,30 .

Tecnicamente non fa una piega.
Ma era il 2008, il 13 e 14 aprile 2008.

Allora, al Ministro Alfano, risponderei:
Va bene, ma votiamo nuovamnete, ora, adesso, con soli i tempi tecnici per organizzare la consultazione. Verifichiamo se sul serio, sondaggi a parte, la maggioranza degli italiani vuole questo stato di cose... Se poi hanno ragione loro, e Berlusconi vince nuovamente, sbandierare gli esiti elettorali avrà senso...
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Ma non c'è bisogno di elezioni anticipate per essere sicuri di come il paese oggi sia più diviso che mai, ma non più per contrapposizioni ideologiche e tecniche su come amministrare un paese in piena crisi economica, alle prese con problemi seri come l'immigrazione o la precarietà di un'intera generazione, che probabilmente graverà anche sulle prossime...

Oggi il paese è costretto a guardarsi in faccia. Pubbliche virtù e vizi privati di una società che a detta di molti, me compresa, è in piena deriva culturale ed etica.

Qualche giorno fa scrivevo di quanto mi scandalizzasse il fatto che molti italiani ritengono che una vita dissoluta sia invidiabile, che loro con i soldi se la concederebbero... ma è anche vero quello che ieri sera Massimo Gramellini, vicedirettore de La stampa, ha detto da Fazio, a Che Tempo Che Fa, ovvero che ci sono moltissimi italiani che per contro vorrebbero una società diversa, una classe politica di cui non vergognarsi all'estero.

Ciò che più volte ho detto, e che continuerò a ripetere, è che il concetto di popolo italano, non è un puro astrattismo della Costituzione, ma siamo noi: le persone normali del cinema il venerdì sera, la sora Maria del mercato, l'operaio e l'impiegato di banca, quelli che faticano ad arrivare a fine mese, i ragazzi di ventanni che considerano il lavoro in un call center il massimo della vita... tuti noi, da nord a sud, isole comprese, siamo il popolo italiano. La classe politica è un riflesso della nostra cultura. Dire che non ci piace la nostra classe poltica è dire che non ci piacciamo noi.

Forse, però, in questi giorni stiamo toccando il fondo, e forse il popolo italiano allo specchio, proprio non si piace più. Vorrebbe essere diverso, vorrebbe non avere il dubbio di essere considerato il giullare europeo, vorrebbe che i fasti della cultura italiana, che hanno prodotto il Rinascimento, possano ripetersi, grazie a nuovi slanci e nuove virtù, per un nuovo Rinascimento culturale, che abbia anche il coraggio di quel Risorgimento che in questo anno festeggiamo con le commemorazioni per il 150° anniversario dell'Unità...

Probabilmente il popolo italiano vorrebbe un opposizione che la smettesse di essere berlusconicentrica, e portasse avanti proprie iniziative, proprie argomentazioni, volte solo e soltanto al benessere dei cittadini. Probabilmente la gente vorrebbe di nuovo i circoli di partito nel quartiere, che non solo si limitino a sparlare di tal altro politico, cercando di fare proselitismo, ma che ascoltino e risolvano le reali necessità...
Insomma, politici che facciano politica, ovvero che applichino l'arte del governare la cosa pubblica.

Ultima notazione: il Titolo IV della Costituzione Italiana, riguardante la Magistratura, all'art 101 dice: La giustizia è amministrata in nome del popolo italiano. I giudici sono soggetti soltanto alla legge.
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venerdì 21 gennaio 2011

Complimenti alla dialettica

Un bel po di tempo fa cominciai a sentire delle intenzioni di Alemanno&Giunta di portare la F1 a Roma, all'Eur. S'intendeva rispolverare un vecchio progetto risalente all'epoca -millenni fa-, in cui frequentavo le medie, proprio nell'ameno quartiere romano. E già all'epoca il progetto mi sembrò troppo sfacciato. L'ipotesi riportata in vita, però mi ha dato veramente i brividi, nonostante la mia notoria sensibilità per le auto esageratamente sportive...

Chi non vive a Roma avrà difficoltà a capire quanto sia complicato muoversi con la macchiana; quanto i collegamenti da una parte all'altra della città siano assolutamente arretrati... per questo il sindaco Alemanno voleva la F1, perchè -diceva- avrebbe rimpolpato le tasche del Campidoglio, così da investire in migliorie... e poco importa se una bella fetta della città avrebbe sofferto l'invasione delle spledide quattroruote, con relativo arresto domiliare autoimposto... Poco peso hanno avuto le recrinazioni dei vari comitati di quartiere insorti, che lamentavano anche la realizzazione di strutture ausiliarie permanenti nell'area del circuito cittadino - che per la cronaca, sarebbe passato in una zona verde, con tanto di parco per i bimbi-... Senza contare gli strepiti dei leghisti, che si vedevano Roma Ladrona anche nei motori... Poco importava sul serio: fino a dicembre il progetto era dato per certo e sicuro.

Poi il 13 gennaio, Bernie Ecclestone ci dà un taglio e dichiara che Roma non può avere un gran premio perchè c'è Monza*
Immenso sollievo.

Girovagando in rete poco fa, scoprò però che c'è un'altra versione: Alemanno avrebbe fatto lui un passo indietro rinunciando al gran premio romano, ottenendo così il sostegno della Lombardia alla candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2020**.
Insomma, siamo tutti felici e contenti (sperando che le strutture che dovevano essere realizzate nei giardinetti non lo saranno per le Olimpiadi).

Ma i miei complimenti vanno alla dialettica della politica, che permette d'avere sempre ragione.


*http://www.oneauto.it/13/01/2011/niente-formula-1-a-roma-bernie-ecclestone-dice-no/
**http://www.affaritaliani.libero.it/ultimissime/flash.asp?ticker=210111144120
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mercoledì 19 gennaio 2011

Senza Parole

"Ho guardato la televisione, e mi è venuta come l'impressione, che mi stessero rubando il tempo".

Così Vasco Rossi cantava qualche anno fa. La sua Senza Parole era rivolta ad una donna infedele, ma a rileggere oggi alcuni passaggi del testo...

"Ho guardato dentro casa tua [...] e ho cercato di dimenticare, di non guardare".

Ovviamente quello che ognuno fa in casa propria sono affari strettamente privati. Ma... ci sono altrettanti ovvi limiti. Altra ovvietà: la presunzione d'innocenza vale per tutti, sicchè spetterà a un tribunale, si vedrà se civile o dei Ministri, stabilire le cose come realmente sono andate ad Arcore... Ma certo è che oggi le avventure notturne del nostro Primo Ministro sono in prima pagina sul New York Times...

Ma l'osceno, secondo me, non è tanto quello che accade tra adulti a vario titolo consenzienti... è come la gente comune lo giustifichi. Mi riferisco a delle interviste realizzate da Ballarò e trasmesse nella puntata (amarissima) di ieri.

Ecco, questo trovo scandaloso: l'idea che per la gente comune il potere sia associato all'onnipotenza; che tanto ci sono sempre state donnine allegre vicino ai potenti e ciò non deve stupire nessuno... ma dai tempi della Pompadour sono passati ettolitri d'acqua sotto i ponti della Senna, e del Tevere... e la gente normale sembra non capire la figuraccia che facciamo tutti a livello internazionale, ma soprattutto sembra non capire che la politica quella vera, avrebbe, per esempio, chiamato Marchionne a un tavolo per parlare delle sue nuove pensate in ambito contrattuale, senza lasciare soli operari in scelte più grandi di loro....

Questo trovo senza parole io, che guardando la televione, mi viene come l'impressione che mi stiano rubando il tempo.

... ed intanto ieri in Afghanistan è morto un altro soldato italiano.

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