mercoledì 28 gennaio 2009

Oggi non piove

Oggi c'è il sole.
Però sono triste. Alle volte una bella giornata di sole non basta.

martedì 27 gennaio 2009

Ma il sole, che fine ha fatto?

Il sole s'è perso. Piove. Piove da così tanto che non ricordo un altro inverno così buio e bagnato.
E io senza sole soffro fisicamente e psicologicamente. Datemi il mare e il caldo e avrete una Marianna bella e serena.
A prescindere dai (minimo) 25° gradi che devo portarmi addosso per non rischiare l'ipotermia, il freddo e l'assenza di benefici raggi mi fanno venire un'allergia epidermica. Sì, sì: la pelle del viso si arrossa, si screpola vistosamente e prude; le creme tamponano. Ergo, sono fisicamente allergica all'inverno. Gli altri anni, faceva freddo sì, ma almeno il sole c'era ed io potevo ricaricare almeno l'umore... invece quest'anno, mentre tutto scorre (Negramaro docet), comincio a dare segni di forte instabilità...

Ma insomma! Il sole che fine ha fatto? Ben vengano i tentativi "cherokee" d'ingraziarsi il sole di Vinicio e della Pausini (che però non ascolto causa altra grave allergia), ma come si fa a resistere se piove da tre mesi?

mercoledì 21 gennaio 2009

Capossela, il ritorno

Piove, governo ladro, da non so più quanti giorni... Il mondo sembra aver perso la consapevolezza dei colori e la perenne cappa mi regala un altrettanto perenne mal di testa.
La mia radio preferita, Radio Rock, ha appena trasmesso "Una Giornata Perfetta", del (grande) Vinicio Capossela, il primo estratto dal nuovo album che ascolto.
Il mal di testa s'è (un pò) allentato, i colori per un attimo sembrano esser tornati: che meraviglia, che dolcezza e che allegria! Vinicio canta di una giornata perfetta, in cui c'è benessere, voglia di vivere e sole, tanto sole!
Finalmente, dopo i toni -e testi- quaresimali dell'ultimo album inedito del 2006, "Ovunque Proteggi", sento qualcosa di allegro e leggero.
Allegro e leggero a modo di Vinicio, s'intende, ma che nei suoi momenti migliori riesce a farti ballare sul mondo (Ligabue perdoni). Se i temi sono sempre intimisti, hanno nuovamente il suo velato ottimismo, raccontato con quella poesia ironica tutta sua. Ma il ritmo, colonna portante della sua musica, è finalmente tornato allegro e frizzante, indiscutibilmente targato Capossela. Che gioia. Soprattutto quando canta "è finito il tempo di soffrir"... giuro che se lo avessi avuto di fronte l'avrei baciato!

domenica 18 gennaio 2009

Facebook

E' il fenomeno del momento: sono circa 5 milioni gli italiani che hanno un contatto su facebook.
Ho anche un sacco di amici che lo hanno e tutti a dirmi com'è figo, ecc ecc... ma io rimango perplessa.
E tentata.
In effetti l'idea di ritrovere vecchie amicizie- e magari anche vecchie fiamme mai consumate-, mi attira tanto... un rigurgito adolescienziale in cui si era tutti amici e si usciva di casa senza sapere chi si sarebbe incontrato e cosa sarebbe successo.
Però, paradossalmente, proprio 'sta cosa che tutti ti vedono, che possono contattarti solo per una foto "taggata", boh... mi sembrerebbe di stare in mutande in piazza, se rendo l'idea.
Al chè i "facebookttari" m'invogliano dicendo che potrei bloccare alcune funzioni, così da rendermi quasi invisibile. Ma a questo punto non capisco il senso di stare lì: un pò come chi sta su msn invisibile o occupato: non fa prima a chiudere?
Perplessa, molto perplessa sono.

martedì 13 gennaio 2009

Ragionevole dubbio

Ho sempre sentito dire l'amore non è mai sprecato o inutile. In realtà ne sono sempre stata convinta anche io.

Il mio ragionavole dubbio è: ma siamo sicuri che sia vero? Non sarà forse il baluardo dietro cui si nascono le persone che si ritrovano cenere in mano

giovedì 8 gennaio 2009

Se un giorno d'inverno un giornalista a Palazzo Chigi

Se un giorno d'inverno un giornalista a Palazzo Chigi dovesse andare alla toilette, non sarebbe impresa facile.

Sotto l'ormai consueta pioggia romana, questa mattina sono andata a Palazzo Chigi per seguire una conferenza stampa dell'On. Brambilla.
Hai presente quella bella sala bianca, da cui il Presidente Berlusconi parla ai giornalisti, quando non lo fa per strada? Ecco, ero lì, a sentir parlare di protocolli d'intesa e sviluppo economico, mentre il freddo ed il thé mattutino mi creavano un'imbarazzante urgenza liquida.
Finita la conferenza il mio unico pensiero aveva le pareti piastrellate.

Ci si immagina che la sala stampa e l'area stampa di Palazzo Chigi siano stanze comode, grandi, dove giornalisti e fotografi possano muoversi con grazia istituzionale: macchè, gli spazi sono ridotti al minimo, ci vuol nulla per creare confusione. Confusione che s' è puntualmente creata mentre noi stampa si aspettava il testo del protocollo.
Così i miei pensieri piastrellati si erano anche protocollati, ma spinta dal bisogno impellente mi affannavo nella confusione alla ricerca degli omini stilizzati che segnan la via: niente. I tanto celebrati commessi a cui chiedere? assenti, o meglio, sprofondati nella mischia protocollare. Guadagno l'ingresso, dove mi dicono che le agognate piastrelle sono oltre la confusione di fogli e corpi, "dietro la porta specchiata, e per entrare devi premere un pulsante", mi specificano.
Mi ributto nella mischia, la supero, arrivo alla porta specchiata, cerco il bottone e... ne trovo dieci di bottoni. Con occhio vitreo e indice pensante sull'angolo della bocca, suscito la pietà di un collega che lavora lì, nella postazione Ansa: "il bottone è questo, ma per il bagno delle donne serve la chiave per chiudere la porta- mi dice lui gentile-, guarda la trovi lì", ed il suo dito conduce il mio sguardo nel centro della confusione di foglie e corpi. Così, prima di conquistare le piastrelle devo estrarre la chiave dalla mischia: ok, vado, mi butto, allungo il braccio, e conquisto la chiave.

La porta specchiata si apre miracolosamente al premere del bottone, entro nei miei desideri piastrellati, dimentichi del protocollo e ... trovo due porte. Una per uomini e l'altra per donne, sì ma quale delle due è per me? non ci sono indicazioni. Forse perché era la porta più vicina, forse perché l'aria di governo è contagiosa, fatto stà che mi son infilata nella porta di destra. Ho chiuso la porta dietro di me e ... c'era già una chiave nella toppa.
Vedi? faccio bene io quando dico: nel dubbio sempre a sinistra: mi sono ritrovata nelle piastrelle sbagliate, con una chiave inutile in mano. Pazienza: il vaso è colmo in tutti i sensi.
Uscita dalla porta specchiata la mischia s'era dileguata: il protocollo era stato distribuito, e una collega gentile ne aveva preso uno anche per me, che rimettevo a posto l'inutile chiave.

Se un giorno d'inverno un giornalista a Palazzo Chigi non vuole andare alla toilette, che non bevesse thé a colazione.

giovedì 1 gennaio 2009

Le cose che salvo

E' andato, è finito, è morto. Finalmente il 2008 si è tolto dalle scatole.
Certo, è solo roba di calendari, ma che vuoi: consola molto il pensiero che un brutto anno sia finito.
Eppure...

Saturno contro -non il film-*, insegna che il bicchiere è sempre mezzo pieno, dunque a ben pensarci qualosa da salvare in quella brutta annata deve pur esserci.
E c'è.
Salvo i viaggi di lavoro:
Cuba, con la sua splendida compagnia: il sogno che si realizza.
Il mio ritorno in Egitto, alla scoperta di nuovi posti: il desiderio esaudito.
Foggia: sapersi divertire nonostante tutto e tutti.
Salvo il mio nuovo giornale, Travel Quotidiano: un piccolo grande passo avanti.
E poi: io e Lui, a fare gli imbianchini estivi.
Infine gli amici, solide e annose colonne portanti della mia vita.

Sì, a ben pensarci, in mezzo a tanto a lerciume, nell'anno scorso ci sono anche splendidi momenti.
E con il bicchiero mezzo pieno, brindo serena al 2009.

* vedi post del 16 dicembre 2008